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Statement

Filosofia di ricerca


Verso la fine del millennio, i temi del benessere e del futuro assumono una rilevanza sempre maggiore nella mia visione del mondo, influenzando direttamente anche il mio modo di fare arte. 
All’epoca plasmavo ancora diversi materiali resistenti, come legno di noce o ciliegio, bronzo, alluminio, pietra, e vetro soffiato, combinandoli tra loro. Anche in pittura sperimentavo con la catramina e gli acrilici per velare il colore.

Federico Errante artista: Natura morta metropolitana, 1998 (scultura in noce, alluminio, bronzo e vetro soffiato) - opera di denuncia sociale: il benessere è fragile.

Il primo campanello d’allarme suona, in anticipo sull’attacco alle Twin Towers, con le sculture Natura morta metropolitana (1997-98) e Fuga dal futuro (2000), in cui è già visibile l’increspatura del mio moto interiore.
Parallelamente, ho iniziato a lavorare in segreto anche a una nuova pratica artistica, quasi un’anti-scultura a negazione di tutti i privilegi che essa, e la vita prima dell’11 settembre, comportava. 
In questo periodo, la serie Senza materia-dinamica del pensiero (2002-04) e l’opera Proiezione del tempo (2003) mostrano un ulteriore passaggio formale e concettuale, in cui fa la propria comparsa il vuoto.

Nel 2003, la sperimentazione porta tecnica e materiale esattamente al punto di svolta da me desiderato, passando da una scultura dura, piena e fissa a un tipo di plasticità ai suoi antipodi: quella morbida, vuota e flessibile della Soft Bubble.
Da lì in poi, la mia ricerca si è assestata sulla narrazione biografica, dai tratti a volte autobiografici, di quest’epoca di grandi crisi e di facili illusioni, sviluppando gradualmente le prime serie tematiche (Natura morta, Immondizia con dignità, Archeologia industriale) e tutta la produzione parallela e successiva (Musica, Graffiti, Sibilo di vento…). 

Sulla scia di alcuni lavori di critica socio-culturale, nel 2008 riesco a trasformare un delicato momento di consapevolezza in un nucleo di opere eclatanti e allarmiste, riportando così in primo piano le urgenze globali, ancora drammaticamente attuali, di carattere etico, sociale e ambientale.